Gli economisti mettono in guardia dal rischio di un "crollo" del giornalismo di qualità

Lunedì (22) economisti di fama, tra cui i premi Nobel Joseph Stiglitz e Daron Acemoglu, hanno lanciato l’allarme sul rischio di un “crollo del giornalismo di interesse pubblico”, che fornisce informazioni di qualità, con “conseguenze considerevoli”, in particolare per l’economia.
"L'accesso a informazioni affidabili è la risorsa fondamentale che guida l'economia del XXI secolo", affermano in un testo collettivo pubblicato dal Forum sull'Informazione e la Democrazia. "Così come le epoche precedenti dipendevano dal vapore o dal carbone per il loro sviluppo industriale", aggiungono.
“Questa risorsa sarà ancora più essenziale nell’economia del futuro, guidata dall’intelligenza artificiale”, sottolineano gli economisti, tra cui figurano anche Philippe Aghion, Tim Besley, Diane Coyle e Francesca Bria.
I “media di interesse pubblico”, definiti come quelli che forniscono informazioni fattuali e affidabili e sono editorialmente indipendenti, “svolgono un ruolo cruciale e tuttavia sono minacciati in tutto il mondo”.
I gruppi mediatici affrontano difficoltà finanziarie a causa della “concorrenza sempre più sleale dei giganti della tecnologia” e delle piattaforme, e sono soggetti a “crescenti interferenze da parte dei governi, in particolare, anche se non esclusivamente, di quelli autoritari”.
Gli economisti invitano le autorità pubbliche a “investire nel giornalismo libero e indipendente” attraverso sussidi diretti o indiretti, “voucher cittadini” (importo da spendere annualmente) o l’istituzione di “tasse digitali sulle principali piattaforme”.
Raccomandano inoltre di “modellare ecosistemi informativi di interesse pubblico”, in particolare con una “regolamentazione adeguata” dei gruppi tecnologici e dell’intelligenza artificiale.
Tali misure contribuirebbero a evitare “una traiettoria che sembra portare al collasso del giornalismo di interesse pubblico, con conseguenze considerevoli per la nostra economia, la nostra società e le nostre democrazie”.
Il costo è “relativamente basso” e dovrebbe avvenire “in coordinamento con la società civile e il settore privato”.
Il Forum sull'informazione e la democrazia è una collaborazione avviata nel 2019 dalla Francia e dalla ONG Reporter senza frontiere (RSF), a cui hanno aderito quasi 50 paesi.
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